E non rimase nessuno – Visioni Metropolitane 6 Gennaio 2022 – Posted in: News, Visioni Metropolitane

E non rimase nessuno – Visioni Metropolitane

La familiarità del teatro con i simboli può far emergere con immediatezza significati che una narrazione scritta nasconde dietro l’azione. Avviene con l’adattamento di “E non rimase nessuno” di Agatha Christie, protagonisti Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini, regia di Anna Masullo, traduzione di Edoardo Erba, al teatro Ciak di Roma fino a domenica. Lo spazio, parentesi positiva di cultura e riflessione nel traffico di via Cassia, è gestito con energia dalla famiglia Montemagno e dai suoi collaboratori, e ha un’attenzione particolare per il genere poliziesco: in questa stagione ospita tre produzioni dello Stabile del Giallo, tra cui questo spettacolo nato dall’opera di Christie.

E non rimase nessuno

Considerato che il libro ha superato nel tempo i centodieci milioni di copie la storia è nota ai più. Otto persone che tra loro non si conoscono sono invitate da un fantomatico Signor Owen sull’unica casa di un’isola, dove trovano due camerieri chiamati a lavorare lì per la prima volta. Da un grammofono una voce accusa i dieci ospiti di crimini del passato che la giustizia non è stata in grado di perseguire. A uno a uno gli invitati e i domestici vengono uccisi secondo le indicazioni di una macabra filastrocca appesa nella casa, dove sono presenti anche dieci statuine destinate a sparire a mano a mano che le vittime sono colpite. L’indagine è portata avanti dagli ospiti stessi e rientra, come ha osservato la regista Anna Masullo, nel meccanismo dell’enigma della camera chiusa, una situazione in cui i delitti sono consumati in un contesto nel quale sembra impossibile possano avvenire. Un finale nero e inatteso chiarisce quanto capitato sull’isola, pur non riportando l’ordine, dal momento che tutti moriranno come dichiara il titolo.

L’autrice scrisse l’opera nella seconda metà degli anni Trenta e nel 1939 il giallo fu pubblicato nel Regno Unito come Ten Little Niggers, dall’incipit della filastrocca che accompagna le azioni delittuose. Il titolo era già allora considerato inaccettabile, soprattutto negli Stati Uniti, dove il volume uscì nel 1940 intitolato con l’explicit della filastrocca: And Then There Were None, E poi non rimase nessuno. Più tardi si proverà a recuperare il titolo originale modificandolo in Dieci piccoli indiani. Da ultimo, nella filastrocca non si parla più di indiani, ma di soldati, così come nel tempo si è passati da Nigger a Indian, è questo il caso, a Soldier Island. Ma l’inciso sulle vicissitudini del testo, che hanno quasi del poliziesco, non è concluso, perché nel 1943 a Londra, e nel 1944 al Broadway Theatre di New York, andò in scena con successo l’adattamento curato dall’autrice stessa. Christie decise però di proporre un finale positivo, in cui due personaggi non morivano, ma si sposavano, tanto che la filastrocca terminava diversamente: “Si sposò e poi non rimase nessuno”. Qui, come nell’allestimento diretto nel 2018 da Ricard Reguant, il finale torna a essere quello del romanzo.

E non rimase nessuno E non rimase nessuno

Lo spettacolo al Ciak è riuscito ed efficace per diverse ragioni. Per cominciare, ed è ovvio, grazie al testo di Agatha Christie, che considerava questa storia il suo miglior pezzo di artigianato. Il merito va poi alla compagnia. Mariano Rigillo è attore perfetto, nel senso latino, compiuto in tutto quel che fa, dalla tragedia, alla commedia, al café chantant o alla prova del giallo. La sua presenza decisiva, che non è mai ingombro, porta sempre, e anche qui, eleganza ed equilibrio. La sua interpretazione del giudice Lawrence Wargrave, sospettato di aver condannato a morte ingiustamente un uomo, Edward Seton, aggiunge mistero al mistero. Anna Teresa Rossini incarna la puritana e bigotta signorina Emily Brent, che in passato ha portato al suicidio una domestica rimasta incinta. Con pennellate fresche e decise l’attrice fa emergere le ossessioni del personaggio, tenendolo sospeso tra un feroce candore e il sospetto di una lucida crudeltà. Emerge Massimo Reale, vigoroso nel ruolo di Philip Lombard, uomo attraversato da uno spirito vitale, scanzonato e positivo che va incontro alla morte come un giovane dalla spericolata spensieratezza. Il personaggio si arricchisce in questo modo di tonalità tragiche. Ma sarebbe un torto alle altre e agli altri interpreti non riconoscere che la forza dello spettacolo è principalmente nella sua coralità, nell’ormai sempre più rara effervescenza di un palco abitato da dieci attori, leali al testo e tra di loro, pur nella diversità. Linda Manganelli è Vera Claythorn, Fabrizio Bordignon Henry Blore, Ruben Rigillo, sostituito nelle precedenti repliche da Paolo Romano, è il dottor Armstrong, Mario Scaletta interpreta il generale Mackenzie, Francesco Maccarinelli veste i panni di Anthony Marston, Enrico Ottaviano e Giuditta Cambieri ricoprono i ruoli dei coniugi Rogers. Il lavoro gode della serietà e del talento di tutti i suoi interpreti, così come di una regia rigorosa, misurata, che ben si sposa con le scene di Fabiana di Marco, i costumi di Susanna Proietti, le musiche di Alessandro Molinari, il disegno luci di Marco Catalucci.

E non rimase nessuno

L’allestimento fa affiorare due aspetti apparentemente in contrasto della vicenda. Da un lato l’ossessione per la rettitudine e per la sanzione degli errori porta la riflessione sulle derive possibili del giudizio umano, su quanto un rigore senza appello possa condurre la giustizia al paradosso. Dall’altro, ed è un aspetto interessantissimo delle profondità psicologiche di questo testo, i personaggi, come sottolineano con grazia alcuni interpreti, sono percorsi da dubbi e insicurezza, frutto di irrisolti sensi di colpa, che sembrano condurli verso la morte quasi più della mano dell’assassino.

E non rimase nessuno

Eugenio Murrali

(Foto di Tommaso Le Pera)

Da 25 Gennaio al 30 Gennaio 2022 al Sala Umberto “E NON RIMASE NESSUNO” di AGATHA CHRISTIE

Regia di ANNA MASULLO e traduzione di Edoardo Erba – Con Massimo Reale, Linda Manganelli, Mario Scaletta, Ruben Rigillo, Fabrizio Bordignon, Enrico Ottaviano, Francesco Maccarinelli, Giuditta Cambieri