T’INSEGNERO’ LA NOTTE di Caterina Ceccuti ,

Ragionare troppo fa male? Spesso lo pensiamo, perché abbiamo paura delle conseguenze, delle risposte alle nostre domande. Il nuovo libro di Caterina Ceccuti è incentrato sulla paura della verità, di ciò che può scaturire da un pensiero nuovo, inaspettato e, per questo, tremendo. L’autrice racconta la storia di Cris Chambers, direttore di una rivista letteraria fiorentina; la vicenda ha inizio quando Cris, aprendo la porta di casa, dopo aver passato una serata tra amici, vede una donna seduta all’ingresso. Ciò che inquieta non è tanto sapere cosa ci faccia a casa sua una donna che Cris non conosce, ma venire a sapere che  quella donna è morta.

 

 

“T’insegnerò la notte” di Caterina Ceccuti (Mauro Pagliai editore)

Cris ne parla la mattina seguente con Graziano, vice direttore e amico di vecchia data, il quale sembra ancora più spaventato di lui. Nei giorni a seguire, il nostro protagonista non farà altro che pensare a quella donna: ha paura di essere diventato pazzo. Il medico gli consiglia di rilassarsi, di non stressarsi al lavoro e di staccare la spina, ma la morta si ripresenta. Dopo aver attaccato violentemente Alessandra, una vecchia fiamma che aveva appena ricominciato a frequentare, perché non riusciva a vedere ciò che solo lui vedeva, decide di farsi visitare da un neuropsichiatra che gli prescrive dei medicinali. Ma, anche sotto effetto degli psicofarmaci, ha di nuovo la terribile visione: è allora che succede l’inevitabile, che lo porterà a riconsiderare la sua vita.

Il racconto è prima di tutto la storia di un’amicizia. La vita di Cris non ha punti fermi, se non Graziano, che c’è sempre. La solitudine lo ha reso abitudinario e sospettoso di chiunque voglia entrare nella sua vita. La stessa Alessandra ci prova in tutti i modi, ma Cris semplicemente non è capace di amare. Unica ancora di salvataggio è Graziano, che riesce a leggergli dentro, ad annullare se stesso per la felicità dell’amico e a comprendere la sua notte. Nella donna morta Cris vede la propria nemesi, lui che appare vivo e indaffarato dall’esterno, ma in realtà è morto dentro, perchè non è capace di ascoltare davvero se stesso.

VOTO 30 FERMATE: Il testo risulta scorrevole. I dialoghi, a volte un po’ forzati, affrontano temi importanti con leggerezza. Non sfuggiranno ai lettori attenti alcuni toscanismi. La narrazione dei dialoghi si dipana su un continuo alternarsi di pensieri profondi del protagonista e scene dell’azione che prosegue. Occorre dire che Ceccuti ci sta proprio bene nella mente di un uomo.

CITAZIONE: “E dai, non avercela con me. Non potevo immaginare sarebbe finita così…” Potevi eccome, ti avevo avvertita. Allora lei usa l’indice e il pollice per spianare le rughe d’incazzatura sulla mia fronte. “Queste le facciamo sparire ok? Preferisco queste qui…” Puntando gli angoli della bocca per forzarmi un sorriso.“Sei tremenda lo sai? Lasciamo perdere tutto, non voglio guastarmi la vacanza. Comunque stasera ti sei comportata da stronza, sappilo.”

Libero Iaquinto

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