Cos’è la natura? Chiedetelo ai poeti di Davide Rondoni ,

Cos’è la natura? Chiedetelo ai poeti di Davide Rondoni

“È naturale che sia finita così!”. Queste sono le parole con le quali Davide Rondoni viene lasciato dalla sua compagna. Non ci è dato sapere se sia reale o immaginaria, ma tanto basta a Rondoni per creare un pretesto di conversazione con i lettori. È davvero naturale ciò che è successo? E cosa è veramente naturale nel mondo in cui viviamo? Chi ha il diritto di parlare di Natura (la maiuscola è voluta)? Dal titolo potete benissimo immaginare il punto di vista dello scrittore.

 

Cos’è la natura? Chiedetelo ai poeti di Davide Rondoni

Sgombriamo il campo da qualsiasi fraintendimento: Rondoni non è contro la scienza e non la mette neppure in discussione. Lo scrittore si pone il problema di come la realtà possa essere interpretata e spiegata in altri modi, diversi dalla scienza. Si chiede quanto contino ancora la creatività, lo stupore e l’intuizione per giungere a qualcosa che perlomeno si avvicini alla realtà. Ma davvero la sfera umanistica gioca un ruolo subalterno rispetto alla scienza come ci è sempre stato detto?

Rondoni non è tenero con la cultura del progresso del nostro tempo, che ha smarrito l’idea di una Natura che non si cura delle sorti dell’umanità (il paragone col pensiero leopardiano è d’obbligo). Si scaglia contro la nuova ideologia ambientalista, contro la scienza intesa come nuovo spiritualismo, perché riduce tutto al misurabile, tralasciando cose che secondo il poeta Rondoni sono ugualmente importanti. Qui entra in gioco la facoltà creatrice della poesia. Sia il poeta che lo scienziato partono dal proprio stupore e da intuizioni per descrivere la Natura, ma mentre il poeta è cosciente del mistero che essa porta, lo scienziato cerca di misurarla. Quest’ultimo ne prende le distanze, non vive il paradosso di essere all’interno di qualcosa fuori dalla portata dell’uomo. La poesia può e deve essere paragonata alla scienza, perché entrambe mirano alla conoscenza del mondo.

Voto 20 fermate: durante il percorso di questo saggio Rondoni unisce alle sue considerazioni alcune poesie dei grandi autori che hanno trattato il tema del rapporto uomo-Natura: Leopardi, Keats, Dickinson, Pascoli, Lucrezio, Luzi. Quello dell’autore è un discorso di parte, ovvio; un discorso per difendere la categoria. Considerando gli studi recenti la scienza si sta appoggiando sempre più su tesi probabilistiche, quindi perchè non prendere in esame anche la poesia?

Citazione: Forse Lucrezio ricorre a Venere proprio mentre compone un’opera che si prefigge di essere anche una purificazione dei terrori della religione tradizionale, poiché sa bene che la sua descrizione di una Natura perenne ma non indenne da naufragio e malattia e morte non è certo “consolatoria” al modo delle mitologie precedenti. Venere posta all’inizio del poema garantisce, in un certo senso, la provenienza buona delle cose, la soglia dell’essere come bellezza. Come sempre i grandi poeti escono da categorie semplicistiche come “pessimismo” o “ottimismo” al riguardo della Natura, abitano il paradosso.

Libero Iaquinto

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