ANCILLARY JUSTICE – La vendetta di Breq , , , ,

Se sei qui, la fantascienza ti attrae e come me sei in cerca di qualcosa di nuovo, che esuli dai classici Asimov e Clarke: non che ci sia nulla di male nei classici, magari potremmo parlarne ogni tanto, ma potremmo anche tentare di vedere cosa esce dall’iperspazio a pochi anni luce da noi, no?
Bene, allora iniziamo, prenditi due minuti e parliamo di “Ancillary Justice”.

 

Breq non é una cittadina del Radch, non fa parte dell’Impero galattico più esteso dell’uomo; anzi, tecnicamente andrebbe considerata solo come dell’“equipaggiamento”. Eppure questa è una definizione palesemente riduttiva per un segmento umano dell’intelligenza artificiale di una millenaria astronave da guerra. Lei è infatti l’ultima ancella di Justice of Toren, un tempo serva obbediente, ora letale ribelle in cerca di vendetta nei confronti di colui che l’ha tradita: il Signore del Radch, il millenario tiranno alla guida dell’Impero. Inizia così una delicata partita, fatta di mosse e contromosse, durante la quale Breq scoprirà che le cose sono più complicate di quello che crede e di come appaiono. Cittadini, da che parte vi schiererete?

Ho scoperto “Ancillary Justice” girovagando tra una decina di siti che lo osannavano, titolo emergente tra tanti romanzi di fantascienza moderni e vincitore di importanti premi. Insomma, un ottimo biglietto da visita per un inizio di trilogia! Il romanzo è attraente, ma non lascia il segno. Purtoppo siamo a parsec di distanza dai Padri della fantascienza, ma l’attenzione alla psicologia dei personaggi principali ed alcune idee veramente originali, ve lo faranno apprezzare e vi faranno venire voglia di leggere i libri successivi. Sinceramente presterò attenzione al varco, seguirò la scrittrice sperando che espanda ed incarni maggiormente le sue avventure nell’Universo, per ora solo timidamente accennato, ma estremamente affascinante, in cui si svolgono le avventure di Breq Mianaai. Se lo farà, sarà emozionante come un vero e proprio primo contatto!

VOTO 20 FERMATE: Il libro è in italiano e si presta ad essere letto in metro dato che i capitoli non sono in genere molto lunghi. Per evitare però che, stanchi della giornata o ancora insonnoliti la
mattina, saltiate qualche pagina d’introspezione psicologica, vi conviene affrontarlo quando avete ancora un po’ di carica.

Citazione: “…Come fossi riuscita a fuggire e a non vaporizzarmi insieme al resto della nave non saprei dirlo, ma c’era stato il lampo e io ero ancora lì. Justice of Toren era svanita e tutto cioò che c’era a bordo. Io non ero dove avrei dovuto essere, magari ero lontanissima dallo spazio del Radch o da ogni altro mondo umano, Ogni possibilità di  ricongiungermi con me stessa era sparita. Il capitano era morto. Tutti i miei ufficiali erano morti.
Si profilava la guerra civile….

Emmanuele Peluso

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