Il libro nell’introduzione ci comunica che si può procedere nella lettura come in un libro-game (realtà diffusissima appunto negli anni ’90), quindi scegliendo di volta in volta il capitolo successivo in base a dei piccoli suggerimenti, ma nulla toglie che si possa seguire l’andamento normale delle pagine.
Un libro antologico, dove ogni capitolo corrisponde ad una caratteristica o a dei prodotti diffusi in quel decennio, dalla musica, ai giochi, alle serie televisive, alle chat, e ai comportamenti e alle abitudini che questi elementi innescavano: le tecniche di rimorchio su MSN e ICQ, il wrestling (alla veridicità del quale si credeva come i bambini credono in Babbo Natale), la lotta quotidiana con la tecnologia analogica (che all’epoca sembrava l’ultima frontiera della modernità).
Ogni tanto riemergono prepotentemente oggetti del quale la sottoscritta aveva riposto il ricordo in angoli nascosti della mente: ma ve li ricordate i Truciolones? E gli appiccicosissimi Push Pops?Tutte le sorprese dell’Ovetto Kinder, per le quali eravamo disposti a distruggere amicizie?
Insomma se non siete degli anni ’90 o conoscete poco quel decennio, il libro rischia di non far presa su di voi: ma se avete un minimo di dimestichezza con “Bayside School”, il Superliquidator, Corona (non la birra), e Hulk Hogan, potreste trovarvi con una lacrimuccia che vi scende sulla guancia e un sorriso ebete stampato sul viso.
VOTO 10 FERMATE: Un saggio che somiglia ad un album di ricordi, nel quale ogni tanto si intravede la voce commossa dell’autore, che evidentemente nel redigerlo ha avuto non pochi flashback personali. Se lo leggete in metro o sull’autobus, potrebbe addirittura scatenare dei dibattiti e dei racconti di vita vissuta, favorendo la relazione interpersonale.
CITAZIONE: “In queste pagine troverete piuttosto fierezza, ecco. Fierezza perché a differenza degli altri – quelli degli anni Ottanta e prima ancora – noi abbiamo vissuto LA transizione. Non quella tra un decennio e l’altro, ma quella tra un mondo e l’altro: tra l’epoca prima di Internet e il Grande Dopo, di cui stiamo cominciando solo ora a prendere le misure. Racconteremo l’esperienza di chi è cresciuto in un mondo sconnesso – un mondo che miliardi di individui non hanno mai conosciuto – e si è gradualmente convertito alla nuova era. Gli anni 90 sono stati i nostri anni di formazione, ci hanno plasmato e dato una marcia in più. Dopo avere vissuto l’infanzia e l’adolescenza ai tempi dell’analogico, l’era del Web è la nostra età adulta.”
Flavia Capone