“Cenere sulla brughiera” di Francesca De Angelis (Arduino Sacco Editore)
Catherine è una ragazza che, per vicissitudini familiari certamente dolorose, dalla brughiera inglese si è trasferita negli Stati Uniti. La giovane zia, unica parente in vita, è gravemente malata e Cathy viene data in affido a una coppia, i Finch, che da lei vogliono solo l’assegno di mantenimento. Insomma, una situazione non facile per una ragazzina di quattordici anni, che però cerca di sopportare e andare avanti, per il suo bene ma soprattutto per quello della zia che ha bisogno di serenità per affrontare la malattia.
Nella nuova scuola i compagni di classe sono perfidi con lei. Tutti tranne Logan, un ragazzo un po’ strambo che diventerà subito il suo migliore amico, per poi essere promosso a fidanzato.
Tagliando corto, sembra una storia come tante, banale se vogliamo, che in nessun modo lascia presagire la svolta tragica e macabra che poi ha… Leggere per credere.
È un libro davvero strano. È abbastanza breve, ma ricopre un arco temporale molto ampio. È ambientato nei giorni nostri, ma leggendolo quasi ce ne dimentichiamo. A tratti immaginiamo i protagonisti muoversi nell’Ottocento, sovrapponendosi agli ambienti, ai personaggi e alle atmosfere del più volte citato Cime tempestose dalla cui protagonista la nostra Cathy prende il nome e le fantasie.
Unico neo sono i dialoghi, a volte forzati e eccessivamente letterari, frutto evidente della sfrenata passione dell’autrice per la letteratura inglese ottocentesca.
VOTO 30 FERMATE: Il tempo impiegato per leggere la prima metà, più lenta, viene ampiamente recuperato leggendo la seconda. Una storia che riesce a dare una sferzata alle lente mattine e ai noiosi spostamenti metropolitani, toccando temi su cui non è mai superfluo riflettere.
CITAZIONE: “Cathy tese le orecchie e quando si accorse che i rumori erano cessati, sfilò delicatamente la pistola dal fondo del comodino e una volta toltasi le scarpe scese alla chetichella giù per le scale verificando così di persona chi fosse venuto a disturbare il suo stato di grazia.”