ANNA STA MENTENDO , , ,

Che la tecnologia stia diventado sempre più invasiva è un dato di fatto; che stia diventando anche sempre più fondamentale è una dolorosa ammissione. Questo libro di Baccomo ci fa riflettere su quanto possa diventare anche pericolosa per il proprio equilibrio psichico.

 

Riccardo ha un nuovo lavoro, una nuova ragazza e si trova in un momento di relativa serenità: giusto sua madre, che sta soffrendo per la rapida scomparsa del marito, lo preoccupa un po’. Ed è in questa situazione di apparente tranquillità che si insinua gradualmente il dubbio: un giorno scarica WhatsTrue, quella che sembra essere una nuova versione di Whattsapp, nella quale l’ormai quotidiana frasetta “Anna sta scrivendo…” si trasforma in alcuni momenti in “Anna sta mentendo…”.

Le certezze decadono: è vero che scambiarsi messaggi con il cellulare non garantisce certo trasparenza, ma sarebbe davvero così bello e utile scoprire quando chi ci circonda ci sta mentendo? Pian piano Riccardo inizia a dubitare di chiunque e farsi domande che sembrano irrisolvibili: come mai quell’app sul suo telefono? Perché anche il suo lavoro, prima così promettente, sembra essere diventato un terreno minato?

Una storia che mente addirittura al lettore, rivelando quando meno se lo aspetta parti della vicenda che durante le pagine erano state taciute; una continua messa in discussione, che, grazie anche alla scrittura chiara e coinvolgente di Baccomo, riesce ad istillare il dubbio perfino sul protagonista.

Quante volte anche ci ci ama non dice la verità? E quanto è facile passare da ingenui ingannati a bugiardi patentati? La tecnologia confonde ancora di più le acque, mediando le nostre relazioni e rendendole più passibili di fraintendimenti.

VOTO 20 FERMATE: Un libro con una trama quasi da giallo, un labirinto di parole nel quale bisogna scegliere che filo seguire e calarsi di volta in volta nei vari personaggi; il linguaggio semplice ma non banale di Baccomo lo rende un buon libro da mobilità. Attezione però a non essere tentati di sbirciare il cellulare del vicino di autobus, spinti dalla curiosità: potrebbe non prenderla bene.

CITAZIONE:Qualche ora dopo, la tazza era ancora lì, sul piano della cucina, piena del caffè ormai freddo. Riccardo lo stava zuccherando quando aveva sentito il cinguettio di un messaggio in entrata. Era corso nella stanza a prendere il telefono lasciato sul comodino, sicuro di trovare il buongiorno di Anna. Aveva trovato invece un video della bimba di sua cugina che ballava davanti alla televisione. A quel punto aveva pensato che non avesse senso rimandare. In attesa che Anna si facesse sentire, c’era modo per affrontare la noia e l’amarezza di quel sabato mattina. WhatsTrue. Era il momento di metterlo alla prova sul serio. C’erano maschere da levare, cassetti da aprire, un immenso catalogo di falsità da sbugiardare. Riccardo aveva sistemato i cuscini contro la testiera del letto, si era sdraiato e, come vittima di una specie di ipnosi, aveva cominciato a lavorare di tastiera, intavolando conversazioni con decine di contatti, intenzionato a frugare nell’intimità di chiunque gli fosse capitato a tiro. E le risposte, con tutto il loro carico di bugie, non avevano tardato ad arrivare.”

Flavia Capone

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