“Ancillary sword – la stazione di Athoek” di Ann Leckie (Fanucci)
In questo mondo Leckie ritrae gli uomini con i loro vizi, con i loro pregi e le loro debolezze ataviche e devo darle atto di avere avvertito un retrogusto di psicostoria. E’ questa la cosa che più ho apprezzato nel libro. Non aspettatevi quindi di venire paralizzati da un grande colpo di scena, ma vedrete come, in modo eccellente e piacevole, verrà dipinto un paradosso: una macchina serva diventa la padrona di sè, un essere teoricamente freddo ed onnipotente si rivela fragile e debole, ma si evolve, matura e si rafforza finendo per cambiare la Storia di quest’Universo esattamente come un grande uomo farebbe.
Breq Mianaai accetta la carica di Ammiraglio della flotta dalle mani dello stesso Imperatore che ha giurato di distruggere e contrastare, consapevole che il suo nuovo casato ed il suo rango non potranno fare altro che facilitare la sua vendetta. Al tempo stesso riceve l’ordine di proteggere il sistema Athoek, poco distante da uno dei palazzi dell’Imperatore, ma qui scopre come l’ottusità e la miopia del governatore locale non possano portare la stazione stessa ed i suoi abitanti a prepararsi all’isolamento dovuto alla guerra civile in corso, che forse potrà verificarsi a breve. L’Ammiraglio dovrà quindi fare di tutto per sistemare le cose per il bene dei cittadini del Radch e come in Anciallary Justice, trame e ed intrighi corrono parallelamente al suo operato; Breq dovrà capire e discernere tra Bene e Male in più di un’occasione, fare i conti la propria coscienza e capire se la sua umanità non sia un punto debole od uno di forza.
Nonostante il suo impegno, un mistero rimane irrisolto fino alla fine del romanzo e va a sommarsi ad una terribile minaccia che grava su Athoek: l’ambasciatore Presger è stato ucciso. Come reagiranno questi terribili alieni, capaci di cancellare facilmente la razza umana dall’Universo, quando apprenderanno la notizia? Soprattutto, sapranno distinguere da un errore di un singolo o considereranno infranta la tregua con gli Umani?
VOTO 20 FERMATE: Il libro è in italiano come il precedente e si presta ad essere letto in metro dato che i capitoli non sono in genere molto lunghi. Molto del piacere della lettura consiste ancora una volta nell’introspezione psicologica e nell’evoluzione delle dinamiche instaurate da semplici discorsi tra i personaggi, vi converrà quindi affrontarlo quando ne avrete più voglia e vorrete stare particolarmente attenti ai particolari.
Citazione: “… “Date le circostanze, potrebbe esserti utile un altro luogotenente.” Anaader Mianaai, sovrano (per il momento) di tutto lo sconfinato spazio del Radch, se ne stava seduto su un’ampia poltrona rivestita di seta ricamata. Il corpo che mi stava parlando-uno delle migliaia- dimostrava più o meno l’età di tredici anni. In circostanze normali, nessuno aveva mai l’occasione di vedere simili giovani versioni del signore del Radch, ma queste non erano circostanze normali.…Comprendevo le ragioni che avevano spinto Anaader a conferirmi il rango, ciononostante la cosa non mi piaceva affatto. “Non commettere l’errore” gli dissi “di credere che io stia lavorando per te.” … ”.