LA MIGLIORE AMICA , , , ,

Dei resti umani sono stati ritrovati presso il molo di Oldcliffe. Probabilmente appartengono a Sophie, ragazza scomparsa nel ‘97. Frankie, la sua migliore amica all’epoca della scomparsa, viene avvertita da Daniel, fratello di Sophie, e la prega di ritornare al suo paese perché è convinto che la sorella sia stata uccisa. Malvolentieri, Frankie esaudisce la sua richiesta. Oldcliffe rappresenta la classica città di provincia da cui tutti vogliono scappare, soprattutto se gli unici ricordi che ti legano a quella realtà corrispondono alla morte della tua migliore amica. Ogni strada, ogni locale, ogni persona che incontra le ricorda Sophie. L’aria di Oldcliffe la tormenta, diventa irrespirabile. A completare l’opera interviene una lettera che Frankie trova davanti alla porta dell’appartamento affittato con scritto “So cosa hai fatto”. Cosa ha fatto Frankie?

 

Le due amiche erano custodi di un terribile segreto che ha segnato la loro adolescenza. Ma chi può conoscerlo? Sophie è morta e Frankie non l’aveva detto a nessuno. La paranoia si impossessa della donna tanto da portarla a dubitare di tutti, anche di quelli più vicini a lei. C’è qualcuno che la spia, che la vuole far soffrire, che la vuole portare alla pazzia. I segreti del passato, che faticosamente aveva allontanato, ritornano prepotentemente a perseguitarla e la porranno di fronte alla verità che per tanti anni ha tenuto nascosta e che non ha mai saputo reggere.

Frankie e Sophie avevano caratteri antitetici e complementari: estroversa e dominante Frankie, introversa e accondiscendente Sophie. L’insicurezza strutturale di Sophie la induceva ad avere dei segreti, altrettanto sconvolgenti, anche con Frankie, scoraggiata però da una realtà incredibile e apparenze troppo reali. Frankie, d’altro canto, aveva bisogno di Sophie per sentirsi migliore e lenire la sua velata insicurezza, il suo bisogno di sentirsi amata, la sua paura di sentirsi rifiutata. Secondo una logica leopardiana (addirittura? Ma sì, diamo un valore a questa laurea in lettere!) Frankie era colei che viveva esternamente, mentre Sophie viveva internamente, ma l’una aveva bisogno dell’altra per esprimersi. A conti fatti il carattere forte sembrerebbe proprio Sophie, perché riusciva a soffrire in silenzio e annullarsi per un bene superiore come l’amicizia.

Voto 30 fermate: La narrazione segue due punti di vista in prima persona: quello di Frankie, ambientato nel presente, e quello di Sophie, ambientato nei mesi prima della scomparsa, trasmesso attraverso il suo diario. La Douglas è abile nella cura del montaggio e dell’intreccio tra le due soggettività. Un thriller in piena regola in cui il lettore non può far altro che porre domande, oltre che a se stesso, anche a tutti i pendolari in metro per scoprire la verità. Così, per fare conoscenza. Ma, mi raccomando, non date troppo fastidio!

Citazione: «Andiamo», le ho risposto secca, rifiutandomi di guardarlo e tirandola per portarla via di lì. Quanto avrei voluto dirle che in realtà è uno psicopatico, uno incapace di accettare un no come risposta, e che ha provato a baciarmi, che prova gusto a starmi addosso, a snervarmi, a intimidirmi. Ma Helen non ci crederebbe. Né lei né chiunque altro, del resto. Le apparenze ingannano.

Libero Iaquinto

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