LA SCOMPARSA DELL’OMBELICO , , , ,

La gravidanza è il periodo migliore per una donna, nonostante i piccoli effetti collaterali: la nausea, la spossatezza, i cambi d’umore ormonali. La scomparsa dell’ombelico, colmato dal tenero pancione, è l’evento rivelatore, la prova tangibile di una nuova vita che nasce. Naturalmente vi chiederete cosa ne possa sapere io di tutto questo. In effetti non ne so nulla. Allora vi chiederete ancora: “Perché dovresti parlarci proprio tu di un libro sulla gravidanza?”. Il motivo non lo so. Ma in fondo cari amici metropolitani, non è proprio questo il senso di questo sito? Stimolare tutti a leggere tutto. Perciò, colleghi uomini, non abbiate paura, leggete anche questo libro.

 

“La scomparsa dell’ombelico” di Emilie de Turckheim (Clichy edizioni)

La protagonista è la stessa autrice. Il libro uscì in Francia nel 2014 e quest’anno la casa editrice Clichy lo ha pubblicato in Italia con la traduzione di Tania Spagnoli. È complicato descrivere l’opera della de Turckheim: si presenta come un diario, in cui Emilie annota ogni evento delle sue giornate o solo le sue impressioni. La stessa autrice però precisa che non si tratta di un semplice diario. Un diario sorvolerebbe sulle cose già note, senza tener conto dei lettori. La scrittrice invece intende comunicarci tutto, esprimere le sue sensazioni, informarci su un particolare periodo della sua vita.

Già madre di un figlio, il piccolo Marius di appena diciassette mesi, Emilie affronterà i nove mesi con consolidata maturità. È una donna forte ed autonoma. Durante la gravidanza va in giro a presentare il suo ultimo libro; posa nuda all’Accademia delle Belle Arti; è volontaria in carcere come insegnante di inglese ai detenuti; scrive una tesi sociologica sull’HIV; aiuta i suoi amici con i loro problemi. Una donna instancabile, che sfrutta al massimo ogni giorno. La gravidanza in sé non la spaventa, non la frena, se non negli ultimi giorni quando il riposo è forzato. L’unica occasione che la fa vacillare è la possibilità che il bambino sia affetto dalla sindrome di Down: di fronte a tale eventualità si lascia andare anche a pensieri di sofferenza e d’angoscia, che rimarranno però solo nel suo non-diario.

VOTO 20 FERMATE: Non c’è una vera e propria trama. L’unico filo conduttore, oltre alle maledizioni contro la nausea e i sogni notturni, è l’attesa della nascita. Dalle mie parti chi pensa a una donna incinta, pensa a una donna che non può muoversi, che non deve fare sforzi, che non pensa al sesso. L’opera della francese smentisce tutti i luoghi comuni. Nonostante questo però siate gentili lo stesso. Se arriva una donna incinta in metro, fatela sedere: è un libro che si può leggere anche in piedi.

CITAZIONE: “Raggiungo David di corsa. Si è avvicinato a due barbuti che non sembrano apprezzare né i miei short a quadri né le mie gambe nude; neanche i miei graziosi tacchi alti rosa fosforescente. Mancanza di voluttà, mancanza di ironia, mancanza di poesia. Uno di loro sputa per terra. Io salto in braccio a David, le gambe strette attorno alla sua vita. Lui mi rovescia all’indietro come fanno i ballerini di rock acrobatico. I due barbuti ci guardano come il diavolo e la puttana del diavolo.”

Libero Iaquinto

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