KITCHEN CONFIDENTIAL , , , , ,

C’era questa trasmissione pazzesca qualche anno fa (o forse c’è ancora, non so dirvelo) dove uno chef girava il mondo assaggiando tutti i cibi possibili e immaginabili, preparati dai ristoranti locali ma anche dalla “sciura” della porta accanto che lo ospitava in casa insieme a mandrie di nipotini urlanti: mi piaceva da morire, e restavo incollata allo schermo, persa nelle immagini e catturata dal carisma di questo tizio magro, brizzolato e con l’orecchino.

 

Ho poi scoperto che si trattava di Anthony Bourdain, uno degli chef più celebri al mondo, nonché uno dei soggetti più allucinanti di quel settore, con una vita da vera rockstar che ha pensato bene di raccontare in questo libro, autobiografia e diario che apre le porte delle cucine più importanti e dei retroscena più folli e imbarazzanti che possiate immaginare.

Sesso, droga e mestoli direi; se avete sempre pensato che l’ambiente più trasgressivo fosse la musica, o il cinema, forse non avete tenuto in considerazione l’enogastronomia.

In più Bourdain ci tiene a metterci in guardia: i suoi avvertimenti riguardano cibi da evitare, offerte che sembrano allettanti ma nascondono la fregatura e piccoli trucchetti che i ristoratori utilizzano per nascondere difetti e “età” della pietanza. Un vero Tripadvisor ante-litteram, di assoluta credibilità proprio perché raccontato dal backstage.

In questa recensione faccio riferimento all’audiolibro dell’opera in questione, perché Emons ha avuto la brillante idea di far leggere Kitchen Confidential a Francesco Bianconi, frontman dei Baustelle e possessore di una delle voci più vellutate e intriganti che abbia mai ascoltato. Il risultato è buono, anche se forse la narrazione pecca un po’ sul versante del ritmo. Comunque ottimo ascolto, molto utile per il potere evocativo che la parola letta riesce a trasmettere.

VOTO 20 FERMATE: Che sia l’audiolibro o la versione cartacea, Kitchen Confidential è perfetto per la lettura sui mezzi pubblici: divertente, interessante, direi quasi avvincente in molti punti, non mi ha fatto rimpiangere il bel programma che vedevo in tv, quando i cuochi ancora non tiravano i piatti in faccia a concorrenti spaesati di un talent show.

Flavia Capone

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