L’ESTABLISHMENT , , ,

Il libro che vi propongo oggi ha ben 38 anni. “L’establishment” di Howard Fast è il terzo libro della saga familiare che ha per protagonista la famiglia Lavette. Trentotto anni non sono molti, ma non sono nemmeno pochi; insomma è ora che questo romanzo si prenda le proprie responsabilità! A parte gli scherzi, come già detto in altre occasioni, la scelta editoriale di riproporre libri del passato recente può avere lo scopo, all’apparenza banale, di rileggerli e discuterne ancora. La casa editrice E/O, per la collana “Gli Intramontabili”, lo ha ripubblicato, con la traduzione a cura di Silvia Castoldi. Ma è un romanzo veramente intramontabile?

 

“L’establishment” di Howard Fast (edizioni e/o)

Il terzo episodio della saga è ambientato nella San Francisco del 1948, dopo una guerra mondiale che ha debilitato tutti. La famiglia Lavette è di origini italiane ed ha fatto fortuna nel mondo portuale e petrolifero. Dan Lavette ha tre figli: Barbara, scrittrice di successo, giornalista di guerra in Europa, dove ha conosciuto suo marito Bernie Cohen, ebreo e fiero di esserlo; Tom, uomo senza scrupoli, intento solo a diventare più ricco, omosessuale represso che pianifica un matrimonio di facciata con Lucy, altro personaggio per cui conta solo il potere; Joe, avuto in seconde nozze, medico di guerra che ha deciso di prendersi cura dei poveri con la sua clinica, sposato con la poetessa Sally.

Le famiglie delle saghe sono il tramite per illustrare la storia di una nazione, in questo caso gli Stati Uniti. Sullo sfondo delle vicende dei Lavette infatti si susseguono i grandi avvenimenti storici della fine degli anni ’40: la nascita dello Stato di Israele, il maccartismo, il divismo hollywoodiano, la riabilitazione del dopoguerra. I matrimoni di Barbara e Joe sembrano subire la gravità degli avvenimenti. Bernie partirà per la Palestina per costituire lo stato d’Israele, inteso come un dovere dopo la catastrofe bellica; sarà accusata inoltre di essere comunista e sarà costretta a difendersi. Il fratello Joe, dopo l’esperienza in guerra dedicherà sempre meno tempo alla moglie, che diventerà una stella del cinema per sentirsi di nuovo viva e si allontanerà da lui. La reazione dei due fratelli verso le vicissitudini del mondo è la coerenza, l’integrità morale, la consapevolezza di fare la cosa giusta per sentirsi in pace con la loro anima, anche se ciò significa farsi del male. Mentre Barbara e Joe sono vittime della storia, Tom sarà colui che avrà il mondo in mano, perché interessato solo ai suoi interessi a mai agli altri, metafora del futuro americano governato dall’establishment, quel gruppo di persone che comanda tutto, anche la politica.

VOTO 40 FERMATE: Si nota una certa vena autobiografica nell’episodio dell’accusa di comunismo, in quanto l’autore subì la caccia alle streghe del senatore McCarthy, e nella descrizione degli ambienti hollywoodiani. Fast è abile a inserire ogni tassello al proprio posto, tant’è che la lettura da parte di chi non ha affrontato gli altri due libri risulta comunque piacevole. La rilettura di un romanzo del 1979 è quanto mai attuale, date le ultime vicende in Medio Oriente e l’insolenza dell’establishment che non cessa di fare i propri interessi. Quindi sì, possiamo dire che è un libro intramontabile..

CITAZIONE: “Dieci minuti dopo i rubinetti si chiusero. Barbara prese la salvietta offertale dall’agente Davenport e si asciugò il corpo e i capelli. Li aveva ancora umidi e impregnati dell’odore di sapone e DDT, ma gli asciugacapelli non avevano ancora fatto la loro comparsa nelle prigioni federali.”

Libero Iaquinto

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