JANE DI LANTERN HILL , , , ,

Quelli della mia generazione ricorderanno l’allegro motivetto del cartone animato “Anna dai capelli rossi” e il dissidio interiore che provocava la tristezza del testo: una bambina senza casa, senza mamma e senza papà. Col passare degli anni l’opera prima di Lucy Maud Montgomery è diventato un classico della letteratura canadese. Durante la sua carriera Montgomery scrisse molti libri per l’infanzia, tra cui quello che vi presento stavolta: “Jane di Lantern Hill”.

 

Jane è una bambina che abita a Toronto con la madre Robin e la nonna. L’atmosfera all’interno della casa non è delle migliori, soprattutto per il carattere ferreo della nonna. Jane viene continuamente mortificata anche se a scuola prende dei bei voti; non le è permesso parlare con la servitù; non le è permesso giocare con la sua vicina di casa Jody, orfana e povera. Unici momenti di serenità sono i pochi trascorsi con la madre, anche lei a suo modo succube, e le sere passate a guardare la luna, sperando di poter un giorno scappare. L’occasione si presenta grazie a una lettera del padre Andrew, creduto morto, che rivendica il diritto di passare un’estate con sua figlia sull’Isola del Principe Eduardo. Sarà per Jane l’estate più bella della sua vita.

Conoscendo il padre, Jane si rende conto che l’amore tra Andrew e Robin era stato ostacolato dalle persone a loro più vicine, soprattutto per gelosia. L’opera della Montgomery ci insegna che amare significa non pretendere di essere amati, perché si rischia di distruggere tutto. I pensieri di un’adolescente risultano più maturi rispetto a quelli degli adulti, proprio perché non filtrati e capaci di vedere solo il bene. Jane, lontana da Toronto, diventerà un’altra persona, più sicura di sé; libera dalle costrizioni della nonna potrà finalmente esprimersi in maniera totale e sarà amata per questo da tutti gli abitanti dell’Isola. Sono sicuro che riuscirete ad amarla anche voi.

VOTO 20 FERMATE: In quanto libro per l’infanzia, il testo è molto scorrevole. Le problematiche relative al lavoro di traduzione sono risolte in modo eccellente dalle note a piè di pagina di Elisabetta Parri. L’opera presenta molte similitudini con gli altri libri dell’autrice canadese: il carattere della protagonista, la storia familiare e l’ambientazione. Come quasi tutte le opere di inizio Novecento, il contrasto tra l’ambiente cittadino e quello naturale verte a favore di quest’ultimo, probabilmente perché più vicino all’animo dei bambini. Un’opera pedagogica che sembra rivolta più agli adulti che ai giovanissimi lettori.

CITAZIONE: “E poi, d’un tratto, Jane fece notizia. I giornali di Charlottetown le riservarono la prima pagina per due giorni e persino i quotidiani di Toronto le dedicarono una colonna con tanto di foro che ritraeva Jane e il leone; un qualche leone gettato lì, a caso. Quale non fu il clamore al 60 di Gay Street. La nonna si espresse con asprezza, “proprio come una ragazza da circo” e disse che era esattamente ciò che ci si sarebbe dovuti aspettare. La mamma pensò, pur senza esternarlo, che nessuno avrebbe potuto immaginare di udire la notizia di Jane che se ne andava a zonzo per l’Isola del Principe Edoardo, conducendo dei leoni per la criniera.”

Libero Iaquinto

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