GLI ANNI , , ,

Era da tempo che aspettavo il momento buono per approcciare un libro della Ernaux: avvertivo una sorta di aura di magia e rispetto che circondava questo volumetto che tenevo sulla mensola, non avevo il coraggio di iniziarlo in fretta e furia, tra lavoro e routine.

 

“Gli anni” di Annie Ernaux (L’Orma editore)

Ho fatto bene: “Gli anni” richiede pazienza e attenzione, perché è una storia personale e universale, dove i dettagli di una vita si fondono con i cambiamenti di una società, così da rendere ogni parola estremamente forte, vera e vicina alla propria vita.

L’autobiografia della scrittrice francese emerge attraverso la descrizione delle foto di famiglia, quegli oggetti cari (che ormai, ammettiamolo, è tanto difficile stampare e conservare) e va di pari passo con la storia del suo paese e del mondo, in un continuo gioco di rimandi che ci fa capire (ed è un ottimo momento per ribadirlo) che siamo tutti legati da un filo comune, impossibile da ignorare.

Era da tanto tempo che non leggevo un libro nel quale il livello di immedesimazione è così alto: mi sono fermata quasi ad ogni pagina per dire “cavolo è proprio così!” oppure “L’ho provato anche io!”. Leggetelo, e fatemi sapere se per voi è lo stesso!

VOTO 40 FERMATE: Un libro intenso, così ricco di dettagli, personaggi e riferimenti che 40 fermate mi sembrano il minimo per poter godere appieno della scrittura della Ernaux. Meglio ancora sarebbe poterlo leggere durante un bel viaggio in treno, di quelli che mettono in moto mente e cuore.

CITAZIONE: “ Ci segnavamo frasi di grandi scrittori sulla vita, scoprivamo la gioia di pensare a noi stessi tramite formule scintillanti, esistere è bersi senza sete. Eravamo invasi dalla nausea, da una sensazione di assurdità. Il corpo vischioso dell’adolescenza incontrava l’essere <<di troppo>> dell’esistenzialismo…Gli adulti sospettavano che fossimo demoralizzati dagli scrittori moderni, dicevano che non avevamo più rispetto per niente.”

Flavia Capone

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