BLU COME LA NOTTE , , ,

Questo è un romanzo che parla di tante cose. Parla di un tempo passato, in cui i bambini faticavano a superare i primi anni di vita, in cui si girava a piedi o in carrozza, in cui si credeva che la peste venisse dalle prugne (per la loro somiglianza ai bubboni tipici della malattia). Parla di arte, di pittori illustri come Vermeer e Rembrandt e di sconosciuti, del loro talento, ma anche delle loro paure e dei loro sacrifici. Parla di sogni, alcuni realizzati, alcuni infranti, e di incubi. Ma sopra ogni cosa parla di una donna. Una donna che decide di lottare per se stessa e di vivere secondo i suoi desideri, in barba al ruolo di moglie e angelo del focolare che la società le vorrebbe cucire addosso.

 

“Blu come la notte” di Simone Van Der Vlugt (Ponte alle Grazie)

Appena venticinquenne, Catrijn ha già provato tanto dolore: un marito violento, un bambino nato morto, la vedovanza, le voci del paese. È per questo che decide di andare via senza voltarsi indietro. Prima ad Amsterdam, per fare la governante, lavoro che ben si addice a una donna. Poi a Delft, per fare la pittrice nella più grande fabbrica di ceramiche, realizzando finalmente il suo sogno. Anche quando però tutto sembra perfetto la vita svolta bruscamente e tutto cambia di nuovo.

VOTO 40 FERMATE: È un libro coinvolgente, che unisce storia, arte e fantasia. Una pagina tira l’altra, ma la sua mole impone comunque una quantità di tempo discreta per completare la lettura.

CITAZIONE: «Sii sincero, ammetti che vai via perché ne hai voglia. Non te ne faccio una colpa, lo capisco. Perché dovresti legarti quando il mondo ti chiama? Forse avrei fatto la stessa cosa se fossi nata maschio. Ma non sono un uomo e per le donne la realtà è diversa».

Flaminia Gambini

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