ETICA DELL’ACQUARIO , , , ,

Se siete in cerca di un pugno nello stomaco, di qualcosa che vi lasci senza fiato e con molte domane, questa è la storia che fa al caso vostro

Gaia è bella, affascinante e molto intelligente: infatti ha passato i suoi anni post-liceali in una delle scuole migliori d’Italia, la Normale di Pisa; anni intensi e non certo facili, nei quali la tensione dello studio matto e disperatissimo, gli amori resi ancora più forti dalla convivenza forzata e dall’atmosfera malsana di quell’”acquario”, i cattivi giochi camerateschi nell’eterna lotta tra grandi e matricole e le storie personali dei protagonisti (Marcello, Leo, Virginia, Cecilia, Matteo e appunto Gaia) si fondono generando un micro-mondo che finisce per segnare le vite di chi ne è venuto fuori, oppure non ce l’ha fatta.

 

I quattro amici dell’epoca, Gaia, Marcello, Leo e Cecilia sono costretti a tornare a Pisa, a lasciare gli spazi faticosamente guadagnati e non sempre amati, per rituffarsi in quella zona d’ombra del loro passato: è Gaia a raccontarci il perché, a farci scoprire a poco a poco, in un crescendo emotivo che crea quasi il panico, cosa è successo allora e che fine ha fatto Virginia, stramba ragazza ossessionata dalla nostra protagonista.

Una trama noir, dove l’elemento delittuoso (se c’è) è sicuramente meno importante della lenta discesa del lettore nella mente della protagonista, che pian piano scopre le carte e mostra le sue debolezze; sullo sfondo, come una matrigna crudele, si erge la Scuola, quasi un collegio d’altri tempi, di quelli che tanto ci spaventavano da piccoli nei cartoni animati tipo “Lovely Sara” (che ansia metteva, santo cielo!).

La potenza espressiva di Ilaria Gaspari è innegabile: ho letto il libro in un’unica soluzione, senza fermarmi mai, sono riuscita  a prendere fiato solo dopo il finale (che lascia un bel buco nel petto); non si tratta di una scrittura semplice, anzi ci sono molte metafore e descrizioni complesse, ma tutto è talmente evocativo da rendere la storia vivida ai nostri occhi.

VOTO 30 FERMATE: Molto coinvolgente, consiglio di dedicargli un viaggio in treno, senza fermate intermedie, per mantenere alta la suspense.

CITAZIONE: “Come avrei potuto sospettare che in quel regno di geni e secchioni, in quella specie di altoforno in cui l’energia sessuale di qualche centinaio di ventenni veniva fusa per forgiare straordinari esempi di sublimazione – sotto forma di trattati di semiotica su lingue parlate da meno di dieci persone nel mondo o di studi su oscuri monaci medievali, ma anche di scherzi crudeli e giochi sadici minuziosamente organizzati – essere giovani e belli e lasciarsi Ma tratti istupidire dall’ansia di vivere che ti prende in certi giorni luminosi, fosse uno dei criteri per cui il gruppo decideva di emarginarti?”

 

Flavia Capone

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