UNA VITA COME TANTE di Hanya Yanagihara , , ,

Avere difficoltà a staccarsi dalle pagine di un libro di questi tempi non è cosa da poco, soprattutto se il libro in questione di pagine ne ha più di mille.

“Una vita come tante” mi attendeva sullo scaffale dei “DA LEGGERE” da parecchio tempo: devo ammettere che, pur essendo una lettrice forte, la sua mole mi spaventava. “Quanto ci metterò a leggerlo? Avrò abbastanza tempo libero?”. Non avevo pensato che quelle 1094 pagine sarebbero volate, tanto da lasciarmi con un tale senso di vuoto da desiderarne almeno altre mille.

 

“Una vita come tante” di Hanya Yanagihara (Sellerio)

Il romanzo racconta la vita adulta di quattro uomini, Jude, Malcom, JB e Willem, che si incontrano al college ed instaurano da subito una relazione destinata ad accompagnarli per sempre. Sembrerebbero appunto “vite come tante”, ma dietro il fisico e la mente tormentati di Jude si nasconde un’infanzia terribile, che finisce per trascinare, attraverso ricordi che sono molto più che semplici ferite, nel vortice del dolore anche i suoi amici.

Jude è un personaggio meraviglioso, come lo sono anche gli altri protagonisti, ognuno a suo modo: ogni singolo momento della sua vita è una pericolosa mistura di dolore, tenerezza, frustrazione, gioia, una serie di struggenti montagne russe emotive che finiscono per stravolgere l’animo dei lettori. Mentre leggevo continuavo a chiedermi: si può continuare a vivere dopo una simile esperienza? Quante volte siamo in grado di rinascere e quanto i segni lasciati dalle esperienze sono in grado di definire i nuovi “noi stessi”? Che valore ha anche un briciolo d’amore nel riscattare una sofferenza che sembra interminabile?

Brutalità e grazia si muovono a braccetto, la quotidianità di esistenze così reali eppure così straordinarie svilupperà in voi una sorta di dipendenza che vi porterete dietro per giorni dopo aver letto l’ultima pagina; Yanagihara sa raccontare i dettagli più atroci e i sentimenti più puri con eguale delicatezza, senza però abbandonare mai la credibilità e andando dritto al cuore. Nessuna scorciatoia e nessuna maschera.

VOTO 40 FERMATE: La mole mi obbliga a tenermi alta con le fermate (è un libro evidentemente complesso da portare in borsa) , anche se il consiglio è quello di non lasciarvi intimorire. Perfetto per i lunghi viaggi, i pendolari mi ringrazieranno.

CITAZIONE: “Quando questi ricordi annunciavano il loro arrivo, si scopriva disorientato: gli occorreva qualche istante prima di ricordare che quelle scene, più ancora che appartenere alla sua vita, ne erano la sostanza più autentica. (…) Era stato allora che aveva cominciato a comprendere quante cose della sua vita avesse imparato a cancellare, spesso pochi giorni dopo che erano accadute, e si era reso conto, al contempo, che aveva perso la capacità di farlo. Sapeva che quello era il prezzo da pagare per la sua nuova vita, e che se voleva godersi ciò che di bello e inedito gli accadeva, doveva anche accettarne le conseguenze.”

Flavia Capone

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