LA QUESTIONE PIU’ CHE ALTRO , , ,

Profondità e leggerezza possono convivere, anzi se si è in grado di alternarli in armonia può venirne fuori un ottimo risultato. Ginevra Lamberti ci è riuscita, grazie ad una scrittura che sembra un racconto orale con grande ritmo, schiettezza, ironia intelligente e mai scontata.

Gaia vive in un paesino del Nord-Est fonte di grande noia, si sta laureando a Venezia in una di quelle facoltà molto interessanti ma poco remunerative, nel frattempo si barcamena tra i classici lavoretti tipici della sua (e nostra) generazione  a un passo dalla schiavitù e una famiglia assai poco equilibrata (i nonni-di-giù, i nonni-di-su, un genitore malato e fricchettone, una genitrice che spesso vorrebbe tirarle degli oggetti contundenti).

 

Siamo tutti Gaia, questo sarebbe lo slogan perfetto: la vita ci colpisce con sonori cazzotti e ogni  tanto ci regala insperati momenti di serenità; tutto sta nel provare a trovare un equilibrio tra la pace e l’attacco di panico. Questo è quello che fa la protagonista, che ci racconta le sue giornate alternando aneddoti grotteschi e momenti drammatici, abbassando le difese del lettore con una battuta per poi fare spazio alla cruda realtà, fonte di stravolgimenti emotivi non trascurabili.

Venezia, Mestre e “il paese” non sono solo uno sfondo, ma paesaggi “parlanti”, in grado di stimolare e rispecchiare l’umore di Gaia, di interagire con le sue giornate e offrirle spunti di analisi sulla vita.

Alla fine della lettura prevale un grande senso di tenerezza, qualche lacrima e altrettante risate, segno che la storia di Gaia lascia una traccia ed è in grado di sorprendere, sfuggendo così il pericolo dell’ennesimo racconto sulla precarietà dei trentenni di oggi.

VOTO 30 FERMATE: La scrittura di Ginevra Lamberti culla come una fiaba, è molto adatta al viaggio, con il suo procedere ritmico e coinvolgente. Godetevi la sua perizia dell’uso del linguaggio e l’ironia malinconica che rende Gaia tanto affascinante.

CITAZIONE: “Allora io su questa abitudine dei lavoretti ci ho riflettuto e mi sono convinta che funziona così, in pratica tu cresci e, se resti gravida, ti sequestrano e, intanto che sei gravida, ti portano a frequentare un corso segreto della CIA per mamme. A questo corso segreto della CIA, ti insegnano a tirare bene le lenzuola quando rifai i letti. Poi ti impiantano una macchinetta nel cervello che è come una piccola bomba ad orologeria che esplode quando compi cinquant’annni. Quel giorno, o tutt’al più  il giorno dopo i festeggiamenti, tu ti alzi e vai a recuperare un libro con dentro un corso di giardinaggio e un libro con dentro un corso di découpage. Da lì in poi non finisce più, ti trasformi in un’invasata della botanica e del bricolage casalingo”.

 

Flavia Capone

Anno

Casa Editrice

Pagine