L’ULTIMA BAMBINA D’EUROPA , , ,

Ho amato molto “ La strada” di Cormac McCarthy e leggendo che questo romanzo di Francesco Aloe era un omaggio a quel libro, ho temuto l’effetto brutta copia.

In realtà mi sono ricreduta, quasi subito: la storia è davvero molto vicina all’originale ma ci sono parecchi dettagli che che ne segnano la differenza e che la rendono affascinante per conto proprio. A cominciare dall’ambientazione: siamo in Italia, in un futuro non precisato che potrebbe essere domani o tra cento anni; c’è stata una catastrofe climatica non definita che ha colpito l’Europa e e forse altri continenti e i superstiti cercano di raggiungere l’Africa, unica zona che si suppone sia rimasta illesa, terra di speranza e sogni.

 

Già questo ci mostra la “provocazione” dell’autore: i movimenti dei popoli sono ribaltati, il nord del mondo cerca di raggiungere il sud con i mezzi e nelle condizioni che siamo abituati ad attribuire al flusso contrario. Un uomo, una donna incinta e la loro figlia maggiore sono i protagonisti, in viaggio dal Nord Italia verso la Calabria, attratti da una flebile luce di speranza che pulsa in alcuni momenti più forte, in altri sembra sparire. Ci sono da affrontare la fame, il buio, il freddo, la malattia, la povertà e la ferocia degli uomini, rimasti i soli abitanti del continente e pronti a tutto pur di non soccombere.

L’uomo è colui che prende sulle spalle il futuro della sua famiglia, spinto prima dal solo amore, dal sogno di una meta e da una fede che sembra quasi follia, poi sempre più provato dalle difficoltà; l’unico motore resta la bambina, che incarna un futuro possibile di purezza per il quale vale la pena combattere ad ogni costo.

Il ribaltamento della situazione attuale dell’immigrazione, il passare da osservatori a protagonisti, questa è la vera forza di questo “omaggio letterario”: l’innesco di un meccanismo emotivo che porta il lettore ad immedesimarsi, riconoscendo il percorso dei protagonisti, il paesaggio familiare devastato, i dettagli che siamo abituati a dare ormai  per scontati  in ogni telegiornale o pagina di quotidiano che stavolta però appartengono a “noi” invece che a “loro”.

VOTO 20 FERMATE: La tensione sviluppata dalla trama vi catturerà e difficilmente riuscirete a pensare ad altro; il libro è comunque breve, le fermate voleranno mentre leggete. Considerato lo scenario apocalittico, anche l’80 strapieno e puzzolente potrebbe sembrarvi il paradiso.

CITAZIONE: “La bambina si era addormentata, stretta a lui, sotto la co­perta. Tutt’intorno il solito colore pallido della cenere sugli alberi, sulla strada, nell’aria. Una cappa che cancellava il mondo e i ricordi. L’uomo rimase a guardare con gli occhi ben aperti nonostante il sonno. Provava a ricordare come avrebbe potuto essere quel posto anni prima. Cercava den­tro di sé cose che aveva dimenticato da tempo.

Non puoi dimenticare, pensava, concentrati. Com’era. Dillo alla bambina, com’era. Ogni giorno, da oggi fino alla fine dei giorni che ti restano.”

 

Flavia Capone

 

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