LA CARNE di Cristò , , , , ,

Un futuro (o presente?) sconosciuto, uno strano morbo che rende affamati oltre ogni misura e interessati a null’altro che la carne: sembrerebbe l’incipit di uno dei soliti romanzi sugli zombie, ma il libro di Cristò è ben diverso. La componente del terrore e della paura è presente ma non invasiva: il sentimento prevalente è la tristezza, una malinconica ansia espressa attraverso occhi, parole e gesti dell’anziano protagonista, per il quale il mondo è sempre uguale eppure profondamente diverso.

 

“La carne” di Cristò (Intermezzi, ripubblicato da NEO edizioni)

I piani del passato e del presente si fondono e sovrappongono, tanto da non avere distinzioni nemmeno visive nel testo; siamo continuamente trasportati avanti e indietro nel tempo, viaggiamo nelle teste dei vari personaggi e misuriamo questo mondo apocalittico ad ogni parola con un’emozione diversa.

E c’è anche l’amore, un amore che tenta disperatamente di mantenere una parvenza di normalità nonostante di normale non ci sia più nulla.

Un modo nuovo per raccontare un’apocalisse zombie: per un po’ possiamo mettere a riposo gli effetti speciali e la plastica, e tornare a parlare solo di “carne”.

VOTO 20 FERMATE: Un libro scorrevole e coinvolgente, si adatta alla lettura in mobilità. Attenti al percorso che state facendo: potreste saltare qualche fermata per mantenere inalterata la suspense!

CITAZIONE: “La loro stessa esistenza è un paradosso, la loro apparente immortalità è un problema e fa paura. Però non credo che alla fine ci sarà un ultimo uomo sulla terra barricato in casa con un vinile di Beethoven sparato a tutto volume e un laboratorio in cui studia il modo di salvare l’umanità. Non credo che la storia degli zombi finirà così. Non credo che finirà in alcun modo. Non finirà.”

Flavia Capone

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