MANGIA LA FOGLIA , , ,

L’espressione “mangiare la foglia” si usa quando qualcuno riesce a capire ciò che non viene detto, le intenzioni vere dietro certe frasi o certi gesti. È un’espressione che racchiude il significato del racconto dello scrittore belga Bart Moeyaert, specializzato in letteratura per ragazzi. Il titolo originale è “Mansoor” che in fiammingo indica un tipo di pianta velenosa. Sebbene spesso io abbia perplessità quando il titolo originale di un’opera viene radicalmente cambiato dalla traduzione, per questa volta proverò a giustificarlo, perché si attiene perfettamente alla vicenda che viene narrata.

 

Durante la festa per la nascita della sua sorellina, la narratrice, di cui non viene detto il nome, e suo cugino Magnus prendono in giro la cuginetta più piccola Stina. Nell’altra stanza i suoi genitori e quelli di Magnus litigano con i genitori di Stina, andando via anzitempo. Durante un funerale, che costringe tutti i parenti a rincontrarsi, Magnus e la narratrice bullizzano la piccola Stina, la quale mangia le foglie di una pianta velenosa e viene portata in ospedale. Tutto si risolve per il meglio. La piccola Stina conosceva quella pianta velenosa e aveva mangiato consapevolmente quelle foglie, sapendo comunque che non erano mortali. Perché?

Eccoci arrivati al punto in cui il titolo italiano concorda con la narrazione. Mangiare la foglia di quella pianta significava per Stina svelare il sadico gioco dei suoi cuginetti ed era probabilmente l’unico modo in cui potevano lasciarla in pace. Il senso di colpa per ciò che era successo spinge i due cugini più grandi a chiedere scusa; Stina perdona la narratrice, ma non riesce a fare lo stesso con Magnus. I bambini del racconto non fanno altro che imitare i modelli adulti, continuamente in lotta fra loro, in grado di riconciliarsi solo alla luce di una possibile tragedia, che annulla del tutto le loro inutili beghe.

VOTO 10 FERMATE: In realtà ho scelto 10 fermate perché è il minimo consentito. Il racconto di Moeyaert, datato 1996, scivola via in un’ora o poco più. È un libricino che farei leggere anche ai bambini delle scuole elementari per quanto è semplice e istruttivo nello stesso tempo, perché riguarda un fenomeno tristemente diffuso. Da segnalare le illustrazioni di Alice Piaggio che rendono tutto ancora più leggero.

CITAZIONE: Stina sgranò gli occhi perché Magnus la inquietava, e prese un paio di foglie dal tavolo. In cucina prese una padella, ci buttò dentro la carne così com’era, non ci mise neanche un po’ di burro, e la fece cuocere in un momento. «Ecco», disse poi Stina, mettendo la padella tra Magnus e me. «Ecco qui la carne cotta».

Libero Iaquinto

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