Sale!

L’ALTRA MADRE ,

Napoli, quartieri spagnoli: Genny ha sedici anni, la faccia spavalda e l’occhio azzurro, fa il barman in un  bar a via Toledo. E’ sveglio il guaglione, sorride a tutti e serve veloce dietro al bancone; sul motorino è un dio, solo lui lo sa portare così. La vita di Genny fuori casa scorre così, tra il lavoro al bar , le battute con i negozianti vicini, le consegne sfrecciando in motorino ,  le partite a pallone , le serate libere a vedere il Napoli sul maxischermo,  insieme a piccoli  malviventi, scagnozzi della camorra, trafficanti di ogni specie.

 

Ma la sera a casa trova sua madre, ancora giovane ma malata, che rimedia qualche soldo facendo orli ai jeans. E Genny con lei è tenero, protettivo. Lei è tutta la sua famiglia. Anche Irene è sola con la figlia Tania di quindici anni, ma Irene fa la poliziotta, ed è una tosta, sa il fatto suo. E Tania, sempre sorridente , che scrive sulla lavagnetta “mamma 6 un mito” , Tania è tutta la sua famiglia.  La storia si snoda lungo quindici giorni di maggio in cui le loro strade si incontrano, due mondi lontani che entrano in rotta di collisione . Dopo, nulla sarà più com’era: la tragedia esplode e travolge le esistenze di chi si è trovato nel posto sbagliato, e tuttavia, dall’immenso dolore, dalla paura, dalla rabbia che investe gli attori del dramma, in un modo inatteso scaturisce una umanità profonda e primordiale, capace di ritrovarsi al di là dell’odio e di ogni desiderio di vendetta.

Il romanzo è scritto in una lingua scarna, essenziale, con inflessioni dialettali che non inficiano la limpida chiarezza della narrazione. Questa scorre senza sbavature, asciutta, serrata come una sceneggiatura, e il lettore ha la sensazione di essere portato nei fatti e nei pensieri dei protagonisti come attraverso una videocamera a mano.

VOTO 20 FERMATE : Questo libro vi cattura e non vi lascia più andare finché non avrete accompagnato Genny e Irene all’epilogo. Non stupitevi se scesi dalla metro vi troverete ancora con il libro in mano a divorare le ultime pagine.

CITAZIONE: “E poi ecco Genny che corre. Che s’infila tra le macchine bloccate dal traffico. Sale e scende dai marciapiedi. Taglia per i vicoli a fare prima. E corre. Senza un momento di respiro. Buttandosi contromano nelle discese di pietra lavica. Sfiorando a ogni curva i paletti d’acciaio infissi nel cemento. Mentre le persone si addossano ai muri imprecando i santi del purgatorio. Lontano, più in basso, se Genny tenesse il tempo di guardarlo, vedrebbe il mare. Che visto da lassù potrebbe anche sembrare trasparente. Ma Genny in questo momento se ne fotte del mare e di tutto il resto .”

Marina Lombardi

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