“Anche le sante hanno una madre” di Allan Gurganus (Playground)
Ironico, di quell’humor sfacciato e nero che ti fa anche vergognare di stare ridendo, non dà tregua e non si perde in riflessioni inutili: il ritmo dei pensieri della protagonista è così serrato che verrebbe da dirle “Tesoro, stai serena, va a farti un thè in pace!”. Indicato per le madri che credono di essere le uniche a produrre pensieri talvolta malvagi sui propri figli.
VOTO METROPOLITANO 20 fermate: Scorrevole, si rischia solo di perdere un po’ il filo tra uno spintone della vecchina di turno e un insulto all’autista.
Citazione: “Ero fiera, certo; ma anche preoccupata e – a dirla tutta – sempre un po’ innervosita. Avevo paura per lei, mi capite? Già prevedevo, infastidita, lo sfinimento che la sua grande disponibilità sarebbe costata a lei, e quindi a me. Lasciava sempre aperta la porta di casa. Uccelli, topi, aria fredda, barboni, Testimoni di Geova, entrava di tutto e senza problemi. E così può capitarti di essere a tal punto preoccupata per lei da averne quasi paura. E’ sbagliato desiderare che un figlio superi sano e salvo – salvato da un sano egoismo – i diciott’anni? Sentivo cosa rischiava Cait per colpa di quell’eccesso di pregi.”