STORIE DI ROCK ITALIANO , , , ,

La storia d’Italia dal boom economico alla crisi internazionale del XXI secolo, raccontata attraverso il linguaggio del rock e dell’impegno civile. Biacchessi cerca di scrivere un libro come non se ne sono mai visti in Italia e ne è ben consapevole. Il quadro che ne esce illustra una netta separazione tra il mercato discografico e la musica alternativa che l’autore vuole esaltare. Il rock in Italia non ha mai trovato terreno fertile; quello descritto da Biacchessi non è solo un genere musicale, è un’attitudine, è il voler essere controcorrente, è l’affermazione dell’anticonformismo.

 

“Storie di rock italiano” di Daniele Biacchessi (Jaca Book editore)

L’autore scava nei ricordi dell’Italia repubblicana, approfondendo le pagine più buie della sua storia, come già ha fatto nei suoi libri precedenti. Le storie di rock che racconta sono le storie di chi si ribella contro lo status quo del mercato discografico, come la rivista “Mondo Beat”, Luigi Tenco, il programma radiofonico “Per voi giovani”, il produttore Gianni Sassi, Demetrio Stratos.

Sullo sfondo un’Italia martoriata dal terrorismo nero e rosso, le organizzazioni mafiose e la politica corrotta. Ne scaturisce, dunque, una dicotomia tra musica d’evasione e musica impegnata. L’impegno si manifesta sia attraverso la poesia dei testi, come nel caso dei cantautori, sia attraverso la complessità e l’elaborazione del suono, come nel caso dei gruppi prog italiani degli anni ’70 -’80. La musica d’evasione, invece, è quella del Festival di Sanremo, dei tormentoni estivi, delle hits da classifica. Le continue comparazioni tra le classifiche degli album più venduti con quelli che hanno fatto la storia del rock fanno rabbrividire. È meglio che non le riporti qui e le leggiate da voi!

VOTO 20 FERMATE: La scrittura è precisa, incisiva, di taglio giornalistico. Biacchessi si serve spesso di citazioni riprese da interviste e articoli del tempo. Esagera negli elenchi di artisti, dimostrando comunque che ce ne sono tanti da ascoltare assolutamente. Diventa autoreferenziale quando racconta le sue esperienze musicali e teatrali, tese comunque verso l’impegno civile e politico, dunque degne di nota. Gli ultimi capitoli sono interviste agli artisti che dell’impegno civile in musica hanno fatto la loro bandiera. Una volta finito il libro non tralasciate le ultime pagine, dove vengono elencati gli album musicali migliori che mente umana possa partorire e per favore ascoltatene almeno uno!

CITAZIONE: “Siamo cresciuti in Emilia, dunque queste storie ci appartengono. Provengo da luoghi dove i partigiani sono stati arrestati, torturati, uccisi nelle piazze. Quando ero piccolo, i miei genitori e i miei parenti non mi raccontavano favole. mi accompagnavano invece in giro per carpi, la mia città natale, dove queste storie sono vive ancora oggi, tra strade e piazze costellate da lapidi, da cippi commemorativi. È dunque memoria ancora viva, memoria del presente. nella mia adolescenza pensavo a un Paese dove, tra mille difficoltà, un gruppo di persone normali (fornai, carpentieri, studenti, operai, contadini), avevano preso le armi e si erano ribellati alla dittatura e alle ingiustizie. Un Paese unito da quei valori.”

Libero Iaquinto

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