“Più piccolo è il paese più grandi sono i peccati” di Davide Bacchilega (Las Vegas edizioni)
Bacchilega cambia tono e forma adattandosi a tutti i personaggi, che si alternano e collegano i vari capitoli, riuscendo a rendere la storia talmente ricca da sembrare uno spettacolo teatrale o meglio ancora (anche se forse è un termine obsoleto) un radiodramma.
Si finisce per affezionarsi quasi a tutti, dalle escort di alto bordo al tanatoprattore problematico che sogna i quiz televisivi, e il continuo cambio di prospettiva tiene incollati alle pagine.
Finale inaspettato (proprio da esclamare “ma va?!”) e tensione ci sono, quindi gli amanti del genere sono sicuramente accontentati; un pizzico di ironia e la buona scrittura fanno il resto.
VOTO 30 FERMATE: Libro molto scorrevole, quasi difficile da interrompere; questo lo rende adatto ai viaggi di media lunghezza, per evitare l’effetto “Cacchio l’ho appena aperto e già devo scendere!”.
CITAZIONE: “Per una come me valere qualcosa agli occhi di qualcuno si è rivelato sempre impossibile. Nessuno mai mi ha dato un bacio, uno solo, per affetto. Una carezza, per tenerezza. Un abbraccio, per conforto. Un pizzicotto, per scherzo. Voglio dire, nessuno mai mi ha presa per mano in una strada affollata, il sabato pomeriggio, guardando le vetrine dei negozi. Non che me ne importasse. Di sentimenti non ne volevo sentire parlare. Ma le cose cambiano veloci, a volte, soprattutto quando arrivano persone nuove che proprio non te le aspetti così nuove, e non ti aspetti che al mondo ne esistano così, di persone.”