Ad un certo punto gli altri tre elementi del titolo entrano a far parte della sua vita: un cane decide di adottarlo come padrone e di iniziare a vivere con lui poco prima dell’arrivo del duro inverno (ed ecco la neve, pesante, coprente, crudele)…per quanto riguarda il piede, dovete scoprire da soli il suo ruolo.
I dialoghi tra l’uomo e il cane (che ovviamente risponde ed argomenta) e i pensieri di Adelmo, che possiamo leggere come fossimo nella sua mente, ci portano a poco a poco ad esplorare le profondità del suo disagio, della sua condizione in bilico tra follia e una strana forma di saggezza. Occuparsi della bestia lo costringe a ripensare ai propri bisogni, quasi come se l’animale fosse una sua versione più tenera ed indifesa, non indurita dalla solitudine.
L’autore ci conduce per mano a seguire Adelmo che si nasconde sempre più, fin nel ventre della terra, a cercare un riparo dalla vita che però arriva ovunque e non da scampo, così come la morte; ci costringe a riflettere partendo da un tipo umano che ci sembra lontanissimo da noi, ma che in realtà riflette e approfondisce i nostri pensieri e le nostre paure.
Sono davvero contenta che questo libro mi abbia inseguito e che io mi sia fatta trovare: vi consiglio di fare lo stesso.
VOTO 10 FERMATE: La scrittura di Morandini è secca e concreta, così come il suo personaggio; è un libro breve ma denso, vi basteranno poche fermate, ma forse vorrete ripetere la lettura e potrebbe essere una buona idea. Due viaggi a volte sono meglio di uno.
CITAZIONE: “Curioso, si dice l’uomo quando si scopre abbandonato. A lui la solitudine piace – di più, gli è vitale, e non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo. Ma a quel bastardo si è legato, e quando quello va via sente morirgli qualcosa dentro, e il tempo dilatarsi fin quasi a non scorrere più, e lo spazio di questa conca angusta espandersi fino a diventare un deserto immenso, e la sua persona rimpicciolirsi dentro a questo deserto, fino a ridursi a formica, a verme. E basta un cane a ridurlo così. Figuriamoci cosa accadrebbe con un cristiano. Figuriamoci, per pura ipotesi, con una donna.”
Flavia Capone