L’ombrello dell’imperatore di Tommaso Scotti

Un ombrello che passa di mano in mano è l’espediente narrativo che Tommaso Scotti usa per il suo primo romanzo, ambientato in Giappone. Un giallo dalle sfumature sorprendenti, a partire dalla premessa: un corpo senza vita viene trovato in un quartiere di Tokyo, con un ombrello conficcato nell’occhio. Ma non sarà questa la parte sorprendente del caso affidato all’ispettore Takeshi Nishida. Infatti sull’arma del delitto vengono trovate le impronte dell’imperatore giapponese. Come è potuto accadere?

 

 

L’ombrello dell’imperatore di Tommaso Scotti (Longanesi)

L’imperatore sulla scena del crimine? Impossibile. L’unica via da percorrere che sembra sensata per Nishida è quella a ritroso. Occorre scoprire quali e quante persone hanno avuto a che fare con quell’ombrello, in apparenza innocuo e uguale a molti altri. L’indagine dell’ispettore ci conduce alla scoperta di molti personaggi che rappresentano le paure, le ambizioni e le ossessioni dei giapponesi, fino alla chiusura del cerchio nel finale.

Nishida è un’eccezione nella macchina amministrativa, in apparenza perfetta, della burocrazia giapponese. Non è particolarmente amato dai suoi superiori, per i suoi modi burberi e inusuali, ma senza dubbio è in grado di portare risultati, e purtroppo è solo questo ciò che conta. L’indagine che dovrà seguire non fa altro che confermare le sue impressioni su quanto la società giapponese sia cambiata e destinata a cambiare, su quanto la gente non dia più valore alle piccole cose e su quanto le vite di tutti siano intrecciate l’una con l’altra.

VOTO 30 FERMATE: Scotti usa sapientemente l’espediente dell’ombrello per spingere il lettore a risolvere due casi contemporaneamente: chi è l’assassino e come ha fatto quell’ombrello a finire nelle mani dell’imperatore, figura che sembra inavvicinabile. La storia è interessante anche per il suo sguardo sulla società giapponese, dato il lungo soggiorno dell’autore in Oriente. Invito coloro che dimenticano gli ombrelli in metro, mentre si accorgono all’ultimo istante di scendere perché immersi nella lettura, di stare attenti. Non si sa mai che fine potrà fare quell’ombrello!

Citazione: Allo sguardo stupefatto di Nanami, intuì che forse quell’ombrello lo aveva rubato proprio a lei. Doveva rappresentare qualcosa di importante. Forse un regalo con un valore sentimentale. Se era così, doveva pur significare qualcosa che le fosse stato sottratto e poi restituito nel giro di poche ore. Qualunque cosa fosse, Matteo pensò che doveva essere abbastanza pazzesca da convincerla che saltare da quel ponte sarebbe stata un’idiozia.

Libero Iaquinto

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