LA FORTUNA DI FINCH di Mazo de la Roche

“La fortuna di Finch” è il terzo libro della saga familiare di Jalna scritta da Mazo de la Roche, scrittrice canadese divenuta famosa proprio grazie ad essa. La saga racconta della famiglia Whiteoak, proprietaria di un ampio terreno a Jalna. Il terzo libro, terzo non in ordine cronologico ma in ordine di pubblicazione, uscito nel 1932, è incentrato sulla figura del ventunenne Finch. Una volta diventato maggiorenne può avere accesso al patrimonio che sua nonna gli ha lasciato in eredità, ignorando tutti gli altri membri della famiglia: i suoi tre figli e gli altri cinque nipoti. L’eredità lasciata al ragazzo provocherà molti malumori tra i componenti della famiglia e metterà a dura prova anche il carattere fragile di Finch.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La fortuna di Finch” di Mazo de la Roche, Fazi editore

Il ragazzo non si sente in grado di reggere una simile pressione. I Whiteoak credono sia stata una pessima idea lasciare tutti quei soldi al giovane che certamente, se non consigliato a dovere, li scialacquerà. Finch, sentendosi in colpa nei loro confronti, decide allora di non spenderli per sé: parte sì per l’Inghilterra, ma con i suoi zii, facendogli incontrare la loro sorella; estingue il mutuo della sorella; compra un’auto al fratello Piers; aiuta economicamente un’amica dello zio, perdendo anche parte dei soldi; aiuterà poi suo fratello Eden, poeta squattrinato e malato. L’unico a non accettare denaro è suo fratello Renny, suo tutore, infastidito e deluso dal fatto che Finch non voglia proseguire gli studi e non voglia più suonare il pianoforte.

La famiglia è dunque per lui causa di dispiaceri e dolori; al perpetuo confronto con gli altri si sente un inetto, un inconcludente. Ma non riesce a farne a meno. De la Roche fa il ritratto di una tipica famiglia che si è arricchita con il duro lavoro, che è riuscita ad andare avanti grazie soprattutto all’unione e al sentimento del loro blasone. Nonostante gli screzi e le rivalità interne, ci racconta di come l’anima materiale, incarnata dagli zii Renny e Piers, si scontri continuamente con l’anima spirituale della famiglia, rappresentata da Finch, ma anche da Eden e Alayne, sua ex moglie ma attuale moglie di Renny. Anche Alayne infatti riesce a fatica a capire i Whiteoak, a farsi accettare e ad accettarli a sua volta. Per confermare tale tesi, pensiamo anche alla conoscenza della cugina Sarah, di cui Finch si innamora e per cui soffrirà moltissimo. Quindi ancora un amore fuso col dolore, sempre in seno alla famiglia. Un circolo vizioso da cui non si esce, se non abbandonandosi e accettando la realtà.

VOTO 40 FERMATE: È sempre una buona notizia quando una casa editrice decide di ristampare un romanzo, in questo caso una saga, uscito quasi un secolo prima. È un modo per rispolverare opere a torto dimenticate o mai tradotte in italiano. È una notizia migliore quando una casa editrice decide di puntare su un nome emergente, questo lo so. Allora diciamo che è una notizia ottima quando una casa editrice pubblica un libro, così siamo tutti d’accordo. Anche se non avete letto i libri precedenti, la scrittrice ne rievoca spesso le vicende, quindi non avrete particolari problemi a capire.

CITAZIONE: “Peccato che gli zii non ci fossero. Augusta, Nicholas ed Ernest sarebbero stati un baluardo dietro cui nascondere il dolore che provava. Si era sempre chiesta come sarebbe stato vedere le zie, così raffinate così esageratamente perbene e attente a non lasciarsi contaminare dalle brutture della vita, nella stessa casa con i tre anziani Whiteoak ancora dominati dall’ombra possente e vitale di Adeline. E pensare che la partenza di Ernest e Nicholas le era sembrata una grande opportunità! Aveva creduto di poter trascorrere un’estate a tu per tu con Renny, una stagione in cui il loro amore sarebbe infine stato appagante e libero di crescere spiritualmente. E invece…”

Libero Iaquinto

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