LA CASA DELLE MADRI di Daniele Petruccioli ,

Il romanzo d’esordio di Daniele Petruccioli si può anche giudicare dalla copertina: una donna e due bambini sperduti all’interno di una casa, che sembra un vero e proprio labirinto. I tre probabilmente si cercano o invece provano a sfuggirsi. La casa come luogo degli affetti e degli incontri è la protagonista principale della vicenda. Una casa ormai in rovina, venduta a qualcuno che ha deciso di restaurarla, ma ignaro del fatto che sia stata teatro di avvenimenti che hanno segnato le vite dei protagonisti e dei precedenti inquilini. Un continuo dialogo tra i morti e i vivi, tra passato e presente.

Ascolta la recensione letta da Flavia Capone

 

“La casa delle madri” di Daniele Petruccioli (Terrarossa edizioni)

I personaggi rappresentati in copertina sono Sarabanda, donna emancipata e madre di due gemelli, Elia ed Ernesto. La casa che sta per essere restaurata è una casa al mare, lasciata in eredità alla donna dal padre notaio. Dopo la morte di Sarabanda si decide di venderla: è il momento per Elia di tirare le somme del suo rapporto con il gemello, affetto da zoppia sin dalla nascita, con il quale, dunque, ha avuto da sempre un rapporto di protezione e invidia allo stesso tempo. Ernesto, dal canto suo, rivendica il suo stato di invalido, pieno di rancore per la perfetta salute del fratello. La madre, pensando fosse la cosa giusta da fare, aveva cercato in tutti i modi di trattarli in egual maniera. Quali ripercussioni ha avuto questo suo atteggiamento nei confronti dei gemelli?

Petruccioli descrive i due ragazzi come due rette parallele, destinate a non incontrarsi mai. La morte della madre sconvolge i due ragazzi, già provati dall’assenza di un padre che non sa assumersi la proprie responsabilità. Ernesto introietta il senso d’abbandono e a sua volta decide di abbandonarsi, affidandosi alle droghe e agli psicofarmaci. Elia dovrà occuparsi del fratello, come ha sempre fatto, pur serbando in cuore il desiderio di fuggire da quella situazione. I due fratelli, sebbene percorrano binari diversi, sono incatenati alla continua tensione tra l’abbandono e l’avvicinamento. L’assenza, più che la presenza, riempie i luoghi, i pensieri e le anime dei protagonisti.

VOTO 30 FERMATE: La storia non segue un vero e proprio filo cronologico, è un susseguirsi di ricordi e impressioni. Vi avverto che la narrazione non è lineare: vi sono continue incidentali, anticipazioni e parentetiche, i dialoghi sono quasi assenti. Le descrizioni delle varie case sono molto accurate, per affermare che noi siamo anche e soprattutto i luoghi che abitiamo. L’effetto che Petruccioli riesce a creare è di scavare fino in fondo nella psicologia dei personaggi, regalandoci un mondo interiore ben più vasto.

CITAZIONE: Non è facile farsi tabula rasa, però, soprattutto se abiti ancora nella casa dove sei cresciuto, dove tua madre è morta. Ernesto si imbatteva continuamente in mobili, ninnoli, libri, scorci di stanze, odori pregni del ricordo di Sarabanda, di lui ragazzo quando lei ancora c’era, quando almeno qualcosa sembrava più facile di adesso. Anche con la mente annebbiata, anche con qualche allucinazione, anche con l’abbraccio caldo e biascicante dei compagni di sbronze a fare da filtro: oggetti, odori, scampoli di visione di un altro tempo che lo dilaniava lo assalivano con violenza regolare.

Libero Iaquinto

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