LA BANDA DEGLI AMANTI di Massimo Carlotto , , , , ,

Marco Buratti, detto l’Alligatore, ha più fan di una rockstar, e la saga della sua vita a dir poco avventurosa non accenna fortunatamente a concludersi. L’investigatore senza licenza amante del blues e del calvados attira i guai e le brutte storie come i miei capelli l’umidità: stavolta ha a che fare con un caso di sparizione che piano piano diventa più intricato e coinvolge gruppi criminali ben più pericolosi di quanto si potesse sospettare.

 

“La banda degli amanti” di Massimo Carlotto (edizioni e/o)

Nessuno è solo buono o solo cattivo: questo insegnano i personaggi di Carlotto, quasi tutti con una sorta di codice deontologico per criminali, a partire dagli amici “delinquenti”  dell’Alligatore, che non disdegnano risse e delitti ma in fondo sono dei simpaticoni, per arrivare a Giulio Campagna, un poliziotto molto sopra le righe appassionato di camicie a fiori. L’unico che proprio non si riesce ad amare è il malvagio Giorgio Pellegrini, già protagonista di “Arrivederci amore, ciao” e “Alla fine di un giorno noioso”, che è carogna vera, non c’è nulla da fare.

VOTO 20 FERMATE: Intricato al punto giusto e condito da quella vena di malinconia che solo il connubio blues e liquore può offrire. Potete portarlo con voi in metro o sull’autobus, ma lo consiglio soprattutto per i viaggi serali (tanto sui notturni non c’è mai nessuno con cui chiacchierare).

Citazione: “Eravamo stranieri coinvolti in una guerra di malavita. Una di quelle che un giorno scoppiano e non sai quando finiscono. Costano sangue e anni di vita buttati nel cesso. A parte i contendenti non riguardano nessun altro e tantomeno fanno notizia. Polizia e stampa non se ne occupano. Magari ogni tanto inciampano in un cadavere che diventa un fascicolo e una notizia ma di certo non rappresenta una priorita.”

Flavia Capone

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