Il mostruoso femminile di Jude Ellison Sady Doyle ,

Cari maschietti sedetevi comodi, perchè il libro di Sady Doyle, tradotto da Laura Fantoni ed edito in Italia da Tlon, sarà un pugno in pieno viso, con conseguenti mali esistenziali e sensi di colpa che vi perseguiteranno durante i giorni successivi. Care donne, invece, preparatevi a scendere in piazza, a sventrare la società dalle radici e combattere una guerra al grido di “Morte al patriarcato!”. Niente male come introduzione, vero? Forse un po’ esagerata, lo ammetto. Ma poi è giusto che a parlare di questo libro sia un uomo? Ci provo.

 

Il mostruoso femminile di Jude Ellison Sady Doyle (Tlon)

Sady Doyle non è certo una che le manda a dire. Il suo intento è quello di penetrare fino in fondo la ragione esistenziale della società patriarcale, non solo in termini di supremazia di un genere sull’altro, ma come continuo processo di affermazione dell’egemonia culturale maschile sull’altro sesso. Esso vuole creare ordine laddove il femminile crea caos; teme la bellezza, l’intelligenza, l’autonomia. Ogni donna con tali requisiti minaccia il potere maschile, che la attribuisce il compito della cura dei figli, utili alla causa del patriarcato, da amare incondizionatamente. Se ciò non accade verrà ritenuta un mostro, qualcosa da cui stare alla larga.

Dall’alba dei tempi la donna viene rappresentata come un pericolo per gli uomini. La narrativa della società patriarcale accosta il femminile ai temi dell’horror: ragazze possedute, streghe, fate, alieni, esseri da una forza primitiva incontrollabile. Tutto ciò provoca paura. Passa continuamente il messaggio che la donna ha il potere di spaventare. La linea che separa la vittima e il carnefice si assottiglia sempre più, fino a confondersi. È più colpevole una donna assassina o l’uomo-vittima che la maltrattava? È più colpevole un serial killer o la madre che l’ha cresciuto? È colpevole la donna che si ribella alla società o la società che la incatena?

VOTO 20 FERMATE: La lettura è supportata da continue citazioni di libri, film, saggi, spiegati anche in appendice. È interessante esaminare altri punti di vista su opere note, prospettive che mai avremmo pensato di accogliere, forse perchè troppo invischiati nel pensiero della società descritta. È un’opera che divide e dividerà: Sady Doyle esagera, forse volutamente, ma i dati che propone sono verificabili. L’autrice intende far riflettere, portare il lettore ad ammettere che un altro pensiero è possibile, dimostrare ancora una volta che la lettura spalanca porte rimaste sempre serrate nella nostra mente.

CITAZIONE: E quella potenza è mostruosa. Possiamo fare del sentimentalismo sulla maternità e dirci che il parto è “meraviglioso”, ma le nostre paure raccontano altro. Il corpo di una donna incinta – viscido, gonfio, sanguinante, brulicante di altra vita – è un’immagine ripugnante su cui insiste la mitologia patriarcale; se ne possono cogliere i riflessi distorti in una miriade di mostruosità disumane, dalla maternità in franchising di Alien al mito della creazione sumerico. E ciò non fa di certo bene alle donne incinte: articolazioni gonfie, sbalzi ormonali e muscoli addominali dilatati sono già abbastanza difficili da sopportare, anche senza l’intera cultura occidentale che le giudica rivoltanti e inumane. Potrebbe però consolarle sapere che il motivo per cui i loro corpi durante la gravidanza assumono questi tratti raccapriccianti è perché gli uomini, guardandoli, si trovano di fronte alla dura verità che la capacità riproduttiva è un fatto prettamente femminile. Assistere alla gravidanza e al parto vuol dire osservare senza alcun filtro il potere che una donna esercita sulla vita e sulla morte – un potere che gli uomini non possono sottrarle.

Libero Iaquinto

Questa la recensione del libro realizzata da Flavia su Radio Elettrica:

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