PENE D’AMORE DI UNA GATTA INGLESE E ALTRI RACCONTI FELINI , , ,

Chi lo dice che solo noi umani possiamo soffrire per amore? Beauty, elegante e raffinata gattina inglese di buona famiglia, ne sa qualcosa. Ancora giovane, viene promessa in sposa a Lord Puff, un fiero gatto d’Angora. Certo, è il miglior partito d’Inghilterra, ma quanto è noioso! Ecco allora che nella vita di Beauty fa irruzione l’affascinante Brisquet, un impertinente micio francese. Bello, aitante e spericolato, le rapisce il cuore e i pensieri stravolgendo completamente il suo mondo. Ma la situazione non è facile. Cosa fare? Restare con il buon partito e rinnegare l’amore o andare contro tutto ciò che aveva sempre considerato appropriato per una gattina del suo rango e fuggire con Brisquet? Seguire il cuore o la ragione?

 

 

“Pene d’amore di una gatta inglese” di AA.VV. (Elliot edizioni)

I gatti da sempre hanno stuzzicato la fantasia dell’uomo. La loro eleganza ci ha portati a venerarli. La loro dolcezza ha fatto sì che li volessimo come animali da compagnia e per la pet therapy. Abbiamo sfruttato la loro abilità nella caccia per liberare le nostre abitazioni da bestioline indesiderate. Il loro passo felpato e gli occhi gialli ci hanno spaventato tanto da associare questi animali alle arti oscure. In questa raccolta troviamo il romanticismo in Balzac, lo spirito d’avventura nella storia di Powell, la lealtà raccontata da Alden, l’horror di Poe e molto altro ancora. Dieci racconti d’autore che portano alla luce le mille sfaccettature di questi affascinanti animali.

VOTO 10 FERMATE: È un libricino sottile e la brevità dei racconti permette al lettore di interrompere la lettura senza lasciare la storia in sospeso. Se il vostro tragitto sui mezzi è breve, ad ogni viaggio una storia diversa vi terrà compagnia. Il racconto che dà il nome alla raccolta è assolutamente appassionante, ma non fermatevi al primo!

CITAZIONE:  “Esaminai allora, senza darlo a vedere, l’affascinante gatto francese: era arruffato, piccolo, gagliardo e non assomigliava in nulla a un gatto inglese. La sua aria impertinente dimostrava, come il suo modo di scuotere le orecchie, una divertente spensieratezza. Confesso che ero stanca della solennità dei gatti inglesi e della loro impeccabilità puramente materiale. La loro affettazione di respectability mi sembrava soprattutto ridicola. La spontaneità eccessiva di quel gatto scarmigliato mi sorprese per il violento contrasto con tutto ciò che vedevo a Londra. D’altra parte la mia vita era così rigidamente regolata al punto da sapere tutto quello che avrei fatto per il resto dei miei giorni, che rimasi folgorata da tutto ciò che di imprevisto prometteva l’aspetto di quel gatto francese.”

 Flaminia Gambini

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