LONGBOURN HOUSE , , ,

Chi tra di voi non conosce Jane Austen, la scrittrice che più di tutte ci ha fatto sognare con gli amori e le speranze dei suoi giovani e passionali personaggi? Nessuno, lo sapevo! Tutti i suoi libri sono entrati di diritto nell’Olimpo dei cosiddetti “classici”, ma senza ombra di dubbio il più noto e il più amato è Orgoglio e pregiudizio. Cosa, direte voi? L’ennesima recensione su Orgoglio e pregiudizio? Bello sì, ma non è tutta questa novità… e infatti no, non voglio parlarvi di Orgoglio e pregiudizio. O almeno non direttamente.

 

Nei libri della Austen, tra balli e pomeriggi nel parco, cene eleganti e pettegolezzi in salotti arredati con gusto, passeggiate e cavalcate, c’è una parte della storia che passa inosservata. Chi ha riempito i piatti che imbandiscono la tavola? Chi lava i bellissimi vestiti che le signorine indossano nelle occasioni importanti? Chi tira a lucido ninnoli e soprammobili?

Longbourn House racconta i retroscena di Orgoglio e pregiudizio dando voce e sentimenti a quelle ombre che nel celebre romanzo della Austen si limitavano a passare silenziose sullo sfondo. Grazie all’abile penna di Jo Baker, oltre a lavare, pulire, cucinare e rassettare, finalmente i domestici dei Bennet hanno sogni e speranze, si innamorano e soffrono come chiunque altro. Un racconto avvincente, in cui il mondo altolocato della Austen scompare oltre la porta delle cucine, intravisto solo attraverso la fatica e le disuguaglianze su cui si regge. Un modo nuovo di approcciarsi all’Inghilterra di inizio Ottocento, sentendola per una volta attraverso il cuore dei servi e non dei signori. Nonostante l’amore che continuerete a provare per i libri della Austen, vi assicuro che non guarderete più le signorine Bennet o Emma con gli stessi occhi, dopo aver appreso cosa volesse dire essere una “collaboratrice domestica” in un mondo in cui l’acqua corrente e l’elettricità ancora non c’erano.

VOTO 30 FERMATE: Un libro che scorre velocemente sotto i nostri occhi, tanto da farci dimenticare delle sue quasi 400 pagine. È un racconto che più che la storia ti lascia addosso le atmosfere. Contraddittoriamente affascinante leggere di una vita dai ritmi così lenti mentre siamo immersi nei nostri frenetici ritmi metropolitani.

CITAZIONE: “Le cinque signorine dormivano nel proprio letto sognando sogni da signorine, quali che siano. E sopra ogni cosa brillava la luce gelida delle stelle; brillava sui tetti di ardesia, sul cortile lastricato, sul capanno del gabinetto, sul giardino e sulla boscaglia a lato del prato, sui fagiani pressati l’uno all’altro e su Sarah, una delle due cameriere di Longbourn, che azionò la leva della pompa, riempì un secchio e lo spinse di lato, i palmi delle mani che già le dolevano, e sistemò un altro secchio per riempire anche quello.”

Flaminia Gambini

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