CHERRYMAN DA’ LA CACCIA A MISTER WHITE , , ,

Cherryman è un supereroe dei fumetti, un ragazzo che in situazioni di pericolo sa trasformarsi in un imponente ciliegio, che può strozzare con i suoi rami o avvelenare con i suoi frutti.  Il suo disegnatore? Rick Fisher, detto Ricki, un timido adolescente della periferia di Berlino bullizzato da un gruppo di ragazzotti neonazisti. Heiko, Mario, Robert e Vladimir hanno uno strano concetto dell’amicizia e cacceranno Ricki davvero in un brutto guaio, che ha a che fare con una scuola elementare ebraica, con il piccolo Ninu e con Pascal, alias Mister White: l’uomo piovra, che sopravvive a qualsiasi attacco rinascendo da una piccola parte del suo corpo. Disegnare fumetti rimane per Ricki l’unica via di fuga da una crudele realtà, l’unica dove le minacce di morte nei confronti delle persone a lui più care possono essere contrastate dalla potenza dei supereroi.

 

“Cherryman dà la caccia a Mister White” di Jakob Arjouni (marcos y marcos)

Siamo di fronte a un libro che fa riflettere, adatto sia agli adulti che agli adolescenti: non a caso è stato adottato come libro di testo nelle scuole tedesche. Si tratta di una storia forte, dal finale a sorpresa, che affronta i temi estremamente attuali dell’estremismo ideologico, dell’odio razziale, dell’ignoranza e dell’indifferenza della società, grazie ad una capacità narrativa leggera ma incisiva.

VOTO 20 FERMATE: Scorrevole e accattivante: dalla prima pagina ci invoglia a trovare il bandolo della matassa prima di essere arrivati a destinazione e doverlo riporre in borsa per qualche ora.

Citazione: “Il mio fumetto è stata l’unica cosa che mi ha impedito di perdere la testa dopo l’incontro con Pascal. Ricordo ancora che in treno buttavo giù una birra dopo l’altra come se fossero medicine. Ero fuori di me. Sapevo che faceva sul serio. “Una telefonata e tutte le persone che ami sono morte” […]. E poi, più i disegni diventavano brutali nel corso della nottata, più io mi calmavo. […] Non erano le mie fantasie a diventare realtà, ma la realtà a trasformarsi in fantasia. Almeno all’inizio. Alla fine la realtà ha avuto la meglio.”

Beatrice Palazzoni

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